Itinerari del gusto

L’Hotel Garden Sea è parte integrante della  Venezia Orientale: luogo di storia e grandi tradizioni che si riflettono nella sua straordinaria cultura enogastronomica. I suoi itinerari del gusto, alla scoperta di tradizioni e delle tipicità locali,rendono questo territorio il luogo ideale per gli estimatori del buon vino e dei piaceri della tavola.

La naturalità dei metodi di coltura e di allevamento, il rispetto della tradizione, della stagionalità e dei tempi necessari alla giusta maturazione e conservazione caratterizzano le eccellenze dei prodotti agroalimentari della Venezia Orientale.

I Vini

La Venezia Orientale rientra nell’area di produzione dei vini DOC Lison Pramaggiore, DOC Piave, DOC Venezia e DOC Prosecco (vedi le nostre offerte Enogastronomia). La Denominazione di Origine Controllata (DOC) è attribuita a vini dalle caratteristiche ben precise, indicate da un severo disciplinare produttivo che prende in considerazione la connessione con l’ambiente naturale e i fattori umani del territorio.

Il Veneto è una delle principali regioni produttrici di vino in Italia e il suo consumo, assieme ai prodotti tipici e ai piatti della gastronomia locale, è molto radicato nel territorio. Anche nella Venezia Orientale si può parlare di vera e propria cultura del vino, da gustare  a tavola, ma anche nelle enoteche e nelle tipiche cichetterie, le osterie locali che, per accompagnare le ombrette, ovvero i calici di vino, offrono i cosiddetti cichetti, assaggini delle pietanze tradizionali.

Vini DOCG Lison

Lison DOCG (anche classico): Importante la tradizione della produzione dei vini bianchi nel territorio di Lison-Pramaggiore che ha avuto recentemente un importante riconoscimento nella DOCG Lison. Si tratta del vitigno Tocai, da tempo immemorabile presente nel territorio. È un vino molto particolare, di colore paglierino, che fa dell’eleganza il suo tratto distintivo

Vini DOCG Malanotte del Piave

Già nell’antichità questo territorio era noto per i suoi vini. Ne parlava già Plinio il Vecchio elogiandone i vini rossi intensi. Un ricordo di tali vini esiste ancora nel Raboso, nel Refosco ed anche nel Carmenère che in questo territorio danno risultati splendidi

Vini DOC Lison-Pramaggiore

I rossi: Rosso Lison Pramaggiore, Merlot, Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmenère, Malbech, Refosco passito, Refosco dal Peduncolo rosso. I bianchi: Bianco Lison Pramaggiore, Lison Classico, Pinot bianco e grigio, Chardonnay, Riesling Italico, Sauvignon, Verduzzo, Verduzzo passito, Spumante

Vini DOC Piave

I rossi: Raboso (vitigno autoctono), Piave Melanotte (Rabososuperiore), Merlot, Cabernet, Pinot Nero, Carmenère, Cabernet Sauvignon. I bianchi: Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Tai, Verduzzo.

Vini DOC Venezia

I bianchi: Chardonnay; Pinotgrigio; Verduzzo frizzante e spumante (verduzzo o glera). I rossi: Cabernet franc, Cabernet Sauvignon; Merlot; Rosso (50% Merlot). I rosati: Rosato/rosè frizzante/spumante

DOC Prosecco

Con il suo profumo floreale e fruttato, il sapore fresco, leggero e brioso, il Prosecco è diventato il vino simbolo del made in Italy e la denominazione di origine controllata (DOC) garantisce dal 2009 la qualità dello spumante italiano più conosciuto nel mondo

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Il Montasio DOP

Il Montasio è un gustoso formaggio a pasta cotta semidura, ottenuto esclusivamente con latte bovino prodotto in specifiche aree del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, tra cui alcune zone della Venezia Orientale.
La Denominazione di Origine Protetta (DOP) è attribuibile solo ad alimenti le cui caratteristiche dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio di produzione.
Il Montasio si può gustare in diverse fasi di stagionatura: fresco, oltre i due mesi; mezzano, oltre i 4 mesi; stagionato, oltre i 10 mesi; stravecchio, oltre i 18 mesi.
È ottimo da solo, per scoprirne così le differenze di gusto in base alla stagionatura, o per arricchire verdure, frittate, timballi, risotti, primi piatti, carni e alcuni tipi di pesce. Lo stravecchio può essere anche grattugiato.

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Gli asparagi bianchi di Bibione

Il terreno sabbioso e intriso di salsedine, alimentato delle acque calde provenienti dalle falde sotterranee, dona agli asparagi di Bibione un sapore intenso e un profumo inconfondibile.
Come gustarli: la tradizione vuole che la loro degustazione sia fatta a crudo o solo dopo breve bollitura, con solo un filo d’olio, pochissimo sale e uova sode o al tegamino, ma sono ideali anche per risotti e creme o come contorno per molti piatti di carne.

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Gli asparagi verdi amari montine

È l’unico asparago verde tipico della Venezia Orientale e vanta una tradizione di coltivazione secolare che deriva da forme spontanee incrociate con varietà coltivate.
Come gustarli: anche solo bolliti o cotti al vapore, con il loro sapore delicato e leggermente amarognolo sono ottimi come contorni, come base per piatti con uova e formaggi o per insaporire paste e risotti .

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I carciofi violetti di Sant’Erasmo

Prendono il loro nome dall’isola lagunare di Sant’Erasmo. Sono teneri, carnosi, poco spinosi e di forma allungata, con le brattee, le foglie più esterne, color violetto cupo. I primi carciofi del raccolto, che inizia in aprile, si chiamano castraure e sono molto apprezzate per il loro sapore unico.
Come gustarli: crudi con olio e limone, fritti in pastella, cotti in padella. Oppure alla grega, tagliati a spicchi, rosolati e serviti freddi con limone, o insieme alle schille di laguna, le alici e le sardine. Lessi e conditi con aglio, prezzemolo, pepe e olio, nelle osterie sono tra i cicheti di ordinanza.

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Le schille della Laguna

Sono dei gamberetti di una lunghezza massima di 9 centimetri che vivono nei fondali sabbiosi di tutto il bacino lagunare e che si spingono fino alle acque salmastre della valli da pesca, dove assumono una colorazione grigiastra cosparsa di puntini neri. Come gustarle: lesse, condite con olio, limone, prezzemolo, sale e pepe. Fritte e adagiate su un letto di polenta morbida, fanno il tradizionale piatto chiamato poenta e schie.

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I moscardini di Caorle

Sono molluschi cefalopodi, con otto tentacoli e corpo allungato a forma di sacco. Raggiungono una lunghezza massima di 35 centimetri e appena pescati emanano un caratteristico odore di muschio, da cui deriva il nome moscardino. La loro carne ha un basso livello calorico, è particolarmente digeribile ed è molto ricca di collagene, utile a combattere la perdita di tono della pelle. 
Come gustarli: lessati e conditi a piacere in insalata oppure saltati in padella alla busara, con pomodoro e vino bianco secco, insaporiti da aglio, peperoncino e prezzemolo e accompagnati da polenta bianca.

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Le moeche e le mazanete

Sono i granchi marini, che si dividono in mazanete, le femmine in periodo riproduttivo con guscio duro, e moeche, maschi e femmine in periodo di muta con guscio molle. Le moeche si trovano solo in alcuni periodi dell’anno, quando l’acqua della laguna si fa più tiepida. È allora che arriva il molecante, il pescatore specializzato che sa riconoscere il momento adatto per la cattura.
Come gustarle: le moeche vanno tradizionalmente lasciate per un paio d’ore in un recipiente con delle uova sbattute, quindi passate nella farina e fritte per pochi minuti in olio bollente. Si mangiano col guscio intero. Le mazanete sono ottime bollite per pochi minuti e, una volta sgusciate, possono essere preparate in insalata con olio, sale, pepe, prezzemolo e aglio a piacere, o utilizzate come condimento per la pasta, preferibilmente tagliolini.

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Le anguille della Livenza

Nella Livenza, le giovani anguille trovano acque temperate di risorgiva in cui crescono lentamente, maturando carni dal sapore inconfondibile. 
Come gustarle: una ricetta classica è quella con le prugne acerbe, in dialetto bisato e amoi. Tradizionalmente, si preparano anche fritte, ricoperte di solo pan grattato, o alla brace, accompagnate dalla classica polenta bianca, ma si prestano a molte altre interpretazioni culinarie.

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Il Legual

È considerato un prodotto di frontiera perché viene realizzato principalmente lungo il confine con il Friuli Venezia Giulia.
È un insaccato prodotto con la lingua suina, scottata e aromatizzata, e le carni magre della testa e del guanciale insaporite con sale, pepe e aromi vari. Viene commercializzato precotto, data la lunga cottura cui deve essere sottoposto. È un prodotto fortemente radicato nella cultura contadina e un tempo veniva consumato in occasione dell’arrivo dei nobili veneziani che, dopo il rito dello Sposalizio del Mare nel giorno della Festa dell’Ascensione, si recavano in villeggiatura nell’entroterra.

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Il riso carnaroli  di Caorle e Portogruaro

La produzione è limitata al territorio di Caorle e Portogruaro e viene venduta direttamente al consumatore, ai ristoratori e ai negozi di alimentari.
La specie coltivata è l’Oryza Sativa e viene raccolta nel mese di settembre.
È ideale per la preparazione di risotti perché resta al dente e, grazie alla ricchezza di amido, si amalgama facilmente nella fase di mantecatura

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